Giorno 3                                                                                                 Successivo

Ho dormito malissimo, nonostante fossi molto stanca. Temevo gli incubi, e infatti si sono puntualmente presentati, ma non ho rivissuto la situazione raccapricciante della locanda, o gli avvenimenti di quel giorno, quanto piuttosto il sogno che ho fatto quando siamo finiti in questo posto.
Galleggiavo di nuovo in quella specie di buio e sentivo di nuovo le voci... prescelta... ma per cosa, in nome del cielo? e poi Svar, ancora e ancora, che mi chiede aiuto e io non posso fare nulla.
Mi sono svegliata di soprassalto, col fiato corto. Gli altri dormivano, così ho cercato di riaddormentarmi, ma senza molto successo.
 
Dopo nuove discussioni su quale strategia adottare, sempre con Boindil che strepita perchè vuole partire subito, abbiamo alla fine deciso che lui, Diana e Hugh sarebbero andati fino all'isoletta di fronte a far legna, in modo da provare a costruire una zattera. Purtroppo appena si sono allontanati sono stati attaccati da un coccodrillo o una bestia del genere, di qui non si vedeva bene, e hanno avuto subito la peggio. Maeglin e Zenith sono intervenuti e li hanno riportati qui, dopo che Hugh era riuscito a mettere in fuga la bestia. Zenith ha dimostrato una certa perizia nell'arte curativa, per nostra fortuna, mentre sospetto che HenLi non abbia mai preso molto sul serio le lezioni che suo padre gli ha impartito...  Qui ci sono un'infinità di boccette e preparati, radici, foglie essicate... suppongo che avremmo tutto ciò che serve per fare dei medicamenti, ma sfortunatamente non abbiamo la lista degli ingredienti. A me quelle spiegazioni piacevano, ma non ricordo abbastanza, le seguivo in maniera saltuaria quando non avevo impegni con la locanda, e ciò accadeva diverso tempo fa, quand'ero poco più che bambina.
 
Infine, improvvisamente, vediamo un'imbarcazione che si dirige all'isola! A quanto pare sono i due uomini che i miei nuovi compagni dicevano di aver perso di vista. Rabbrividisco appena riconosco il chierico, e vedo che HenLi impallidisce e cerca di tenersi discosto... non sono sicura che sia l'atteggiamento giusto per non attirare l'attenzione! L'unica cosa buona di tutto questo è che almeno ora abbiamo una barca per andare via, ed è abbastanza grande perchè ci stiamo tutti, anche se non potremmo di certo portare i cavalli.
Il chierico, Don Zauker, si rivela immediatamente molesto come già mi era sembrato quando lo avevo incrociato. Non fa altro che tuonare contro la magia, promettendo fuoco, fiamme e castighi eterni... costui è veramente un invasato! Ho paura per HenLi, non so cosa fare per proteggerlo, tantopiù che dice che aveva trovato un pericoloso mago nel paese, il figlio del farmacista, ma che gli è sfuggito. Dubito di riuscire a restare impassibile, anche se ci provo. HenLi non è un mago, maledizione.
L'altro uomo è una guida, si fa chiamare Ehi, purtroppo non sembra molto esperto e mi pare anche un po' pasticcione, ma almeno è simpatico, e ha anche un cane dal bizzarro nome Scoiattolo con cui mi intendo subito.
 
Trovati questi due uomini, abbiamo ahimè perso Zenith. Ha detto a qualcuno che andava a pregare, ed è come svanito nel nulla. Siamo un po' preoccupati ma non riusciamo proprio a trovarlo.
Così, mentre gli altri discutono col chierico e gli mostrano la biblioteca, io, Hugh, Boindil e il nuovo arrivato Ehi (col cane) prendiamo la barca ed esploriamo i dintorni. Non ho avuto molta scelta, sono rimasti quelli che sanno leggere, ma io sono molto inquieta. Intanto, non avrei voluto separarmi da HenLi, e tantomeno lasciarlo col prete. Quanto vorrei saper leggere!
Giriamo un poco per la palude, proviamo a fermarci su un'isola ma il terreno è fradicio e sembra poco sicuro, così ne proviamo altre. L'idea è di cercare degli alberi adatti per fare una zattera, adesso abbiamo la barca, ma non basta per noi, i cavalli e le provviste. Ho paura, sento che ci stiamo perdendo, qui è tutto uguale e trovare dei punti di riferimento è impossibile.
Ho paura, voglio tornare a casa.
Quando lo dico a mezza voce, il nano mi guarda strano: beh, in effetti, chiamare casa la vecchia torre non è proprio sensatissimo, ma almeno lì c'è il mio anico HenLi, non sono sola.
 
Finalmente vediamo una luce. Spero tanto che sia la nostra isola, che abbiano pensato di accendere un falò per aiutarci a tornare... chissà se si sono preoccupati tanto per noi... ma ci siamo quasi, ancora qualche minuto e saremo a riva!
Non è la nostra isola.
Ero quasi felice perfino all'idea di rivedere il chierico, ma non è la nostra isola. E' un minuscolo fazzoletto di terra, grande poco più del carro coperto che ci sta sopra. Beh, almeno vuol dire che c'è qualcuno... forse ci aiuteranno in qualche modo.
Sembrano pacifici, sbarchiamo e ci presentiamo.
L'uomo è molto gioviale e accogliente, si chiama Scarengi ed è un Vistani. Ci sono anche due bambini e dice con tono allusivo che forse ci farà conoscere sua figlia Valana. Ci guardiamo un po' perplessi.
Dopo un'ottima cena calda, e aver scoperto che siamo in un posto chiamato Palude di Souragne e che a circa tre miglia c'è una città, finalmente si mostra questa Valana. E' un'indovina, e legge i sassolini.
Non mi piacciono queste cose, io ho paura degli indovini.
Comunque la ragazza non ha certo intenzione di predirmi il futuro o di dirmi cose che preferirei non sapere nemmeno io o non far sapere agli altri presenti... dice alcune parole sconnesse che in qualche modo richiamano la profezia trovata nella biblioteca della torre, dice che se non troviamo il modo di placare i morti che camminano la pioggia si tramuterà in sangue. A voce più alta ammonisce "Attenti al folle, attenti al suo sangue" dopodichè rientra nel carro senza altre spiegazioni. Scarengi si scusa, ritira tutto e si barrica con gli altri nel carro, lasciandoci soli all'aperto ma almeno col fuoco acceso.
Dopo un momento di perplessità ci organizziamo per la notte. Io e Ehi faremo il secondo turno di guardia.
Rassegnata agli incubi, mi raggomitolo a terra contro il carro.