Giorno 11

Undicesimo giorno, da prima a sesta

All’alba del giorno seguente, senza attendere l’arrivo di Bovolone con la sua lettera, Boindil , Henly e Rudy lasciano la cava per investigare sulla vecchia torre. Dopo aver verificato che effettivamente le strutture inferiori del castellaccio sono di fattura nanica, sente il bisogno di verificare che non esista una rete più ampia di passaggi che collega le due strutture.
In effetti, la struttura è anche essa originariamente di costruzione nanica, e ben presto gli esploratori sono in grado di trovare un ingresso ad un complesso di gallerie sotterranee. Mentre Henly resta a far da palo all’esterno, con la consegna di tornare dai compagni se non riemergono dopo un paio d’ore, Boindil ed Rudy si inoltrano nelle profondità della montagna.
Dopo essere scesi per una quantità apparentemente infinita di gradini, raggiungono il fondo e trovano una galleria che si dirige, con una certa approssimazione, in direzione del villaggio. Percorsa nella sua interezza, trovano al fondo un'enorme stanza semisferica, con un grosso foro al centro del pavimento che irradia una misteriosa luminosità azzurrina. Questa situazione li spaventa alquanto, perciò decidono di tenersi alla larga e di esplorare i dintorni. Dopo poco, scoprono un’altra scala, analoga alla precedente, che porta verso l’alto.
Nel corso della salita, anche l’ultima delle torce si spegne, ed i due sono costretti a procedere al buio per parecchio tempo. Se la cosa non è un problema per il nano, la cecità di Rudy li costringe a procedere comunque con estrema lentezza. Alla fine dell’arrampicata si ritrovano in una stanza con un buco nel soffitto dal quale emergono i resti di una scala a pioli metallica, corrosa dal tempo. Il passaggio nel soffitto sembra essere chiuso da un oggetto metallico, forse un tombino. L’altezza cui si trova il moncone di scala impedisce loro di raggiungerla, quindi i due decidono di prendersi un po’ di riposo prima di tornare sui loro passi.
Nel frattempo, alla cava è giunto Bovolone con la sua lettera da consegnare a Oleandra. Dopo la sorpresa per la presenza di Bianca e l e spiegazioni del caso, il vecchio podestà consegna a Isabeaux la lettera, dicendo di trovare qualcuno che si diriga verso sud, oltre il borgo di Sant’Accrocchio Fuori Le Mura. I membri rimasti del gruppo, dopo che Zenyth ha annunciato l’intenzione di andare in cerca di Ghertrude, si mettono in cammino.
A Sant’Accrocchio la situazione sembra tranquilla. La gente lavora negli orti o nelle poche botteghe, senza apparentemente risentire della difficile situazione all’interno delle mura di San Trafitto.
Interrogando una donna, vengono a scoprire che quella mattina era passato un venditore di formaggi, che dopo aver venduto la propria mercanzia in paese se ne sarebbe dovuto tornare a casa dirigendosi proprio nella giusta direzione. Di lì a poco, infatti, il mercante compare. Facendo leva sul proprio fascino, Isabeaux consegna la lettera al mercante e la accompagna con una piccola mancia per garantirne l’arrivo a destinazione.
 

Undicesimo giorno, da sesta a nona

Gli eroi tornano così alla cava, dove nel frattempo è giunto Henly. Il giovane, dopo aver atteso un paio d’ore il ritorno di Rudy e Boindil, ha lasciato il suo posto d’osservazione per tornare dagli altri, e narrare loro i fatti del mattino. Isabeaux si è subito mostrata preoccupata per la sorte del fratello, ed ha proposto di partire immediatamente alla sua ricerca. Anche Bovolone si è unito alla spedizione, ma si è rifiutato di scendere nelle gallerie prima di saperne il grado di sicurezza e la destinazione.
Fatta un’adeguata scorta d’olio per le lanterne trovate nella torre, gli eroi si infilano nelle profondità della galleria seguendo le indicazioni lasciate dai loro predecessori.
Subito, appena giunti in fondo, si imbattono in una stanza, sfuggita ai primi due, del tutto simile a quella incontrata all’altra estremità della galleria: la stessa forma semisferica, lo stesso pavimento inclinato, lo stesso foro nel pavimento e la stessa inquietante luce azzurrina. Anche loro decidono di non avvicinarsi, ma di proseguire lungo il corridoio principale, seguendo le inequivocabili tracce di Rudy e Boindil.
Non fanno che poche centinaia di metri quando Ehi, alla retroguardia, viene quasi colpito da un quadrello di balestra lanciato dall’oscurità alle loro spalle. Subito dopo, da una grotta che si apre sulla galleria, sbucano sei orribili creature, piccole ma minacciose, che attaccano il gruppo con balestre e piccole spade. La reazione degli eroi è sicura ed efficace: Scoiattolo morde uno dei mostri, mentre Henly si tramuta in un mostro enorme nel tentativo di spaventarli. L’illusione ha successo, e le creature scappano nel buio da dove erano emerse.
Ripresisi dalla sorpresa, gli eroi proseguono il cammino, senza più incontrare ostacoli. Giunti quasi in fondo, incontrano Boindil e Rudy, che stanno tornando sui loro passi non avendo trovato una via d’uscita in prossimità della seconda stanza circolare.
La presenza di nuove forze e di nuovi equipaggiamenti dà a tutti la volontà di compiere nuove esplorazioni. Isabeaux si avvicina alla seconda stanza usando la sua sensibilità per percepirne l’orientamento morale, e riceve un tale shock di malevolenza da restare stordita per qualche momento: evidentemente le stanze, a dispetto delle apparenze sono tutt’altro che innocue.
Gli eroi decidono così di metterle da parte per dedicarsi ad un problema più immediato: scoprire dove porta il condotto verticale che pare trovarsi esattamente al di sopra della stanza circolare e, forse, esattamente al di sotto del castellaccio di San Trafitto. 
Nel frattempo Zenyth, che ha lasciato la cava al mattino presto, molto prima dell'arrivo di Bovolone, in cerca di Ghertrude, la trova svenuta al centro della strada a nord della vecchia torre. Apparentemente, la ragazza è in quello stato dal giorno precedente, quando nel corso di un'esplorazione del misterioso confine della zona vi è inavvertitamente caduta dentro. La cosa misteriosa è che il punto in cui ha attraversato il confine si trova qualche centinaio di metri più a valle dal punto in cui è stata trovata. I due decidono di ritornare alla cava, per decidere il da farsi, e la trovano sotto assedio. Le guardie cittadine circondano il perimetro, permettendo a chiunque di entrare, ma non di uscire. Bogwold spiega che le guardie sono sicure della presenza di Bianca alla cava, ma che non potendo violare un territorio che non è sotto la giurisdizione del governatore Gutzman, non possono fare altro che chiudere dentro i presenti. Il nano non è preoccupato per la faccenda, essendo dotato di una gran quantità di provviste, ma gli eroi non intendono sottostare al ricatto, e prima cercano di parlamentare, con scarso successo, poi architettano un piano di fuga.
 

Undicesimo giorno, da nona a notte

Nei sotterranei, il gruppo privo di Ehi e Decio, che si allontanano per fatti loro, decide di vedere che cosa si nasconde oltre il condotto. Dopo qualche tentativo fallito riescono a legare una corda a quel che resta della scala e Isabeaux si issa fino in punta. Qui scopre che il condotto è tappato da una specie di tombino metallico, facilmente sollevabile. Il rumore prodotto dal tombino, però richiama le guardie presenti nella stanza, che però si allontanano subito dopo in cerca di un consiglio di grado Superiore.

Con la via libera, gli eroi si arrampicano e scoprono di trovarsi all'interno della torre circolare del castellaccio, in un locale dotato di svariate porte chiuse a chiave. Esplorando, trovano due tunnel, scavati probabilmente all'interno delle mura, ma non fanno in tempo ad esplorarli prima del ritorno delle guardie con un sergente.
Trovando il tombino chiuso e nessuna traccia di presenze strane, il sergente si infuria, li punisce e si allontana. Gli eroi, bloccati in uno dei corridoi laterali, tentano il tutto per tutto per sfuggire alla complessa situazione: Henly attraversa di corsa lo spazio che lo separa dal tombino, sperando di farsi inseguire. Il trucco riesce, e le due guardie vengono abbattute prima che riescano a dare l'allarme. In gran fretta, il gruppo trascina i morti nel tombino e li segue, rifugiandosi nella stanza sotterranea. Non avendo potuto cancellare le tracce di sangue, la direzione presa risulta evidente alle tre guardie accorse per investigare sui rumori di lotta, ma con efficaci stratagemmi il gruppo riesce a liberarsi anche di loro, e a riprendere la via dei tunnel per lasciare quel luogo.
Quando giungono alla vecchia torre, è ormai notte.

 

Giorno 12