Giorno 13
Tredicesimo giorno, da prima a sesta
Tredicesimo giorno, da sesta a nona
Tredicesimo giorno, da nona a notte
Prima che lascino il castellaccio, gli eroi vengono avvicinati dal podestà, che domanda loro di agire per suo conto come tutori dell’ordine, in cambio di un modesto stipendio, nell’attesa che venga ricostruita una catena di comando all’interno della guardia. Ovviamente, il gruppo accetta in blocco.
La prima indagine di cui intendono occuparsi è la ricerca di Ebherard Gutzman, ex capitano delle guardie ed ora latitante. Gli indizi sulla sua fuga conducono verso i sotterranei scavati dai nani, ed i nostri vi si inoltrano per la seconda volta. Questa volta è con loro anche Zenyth, sempre in possesso della gemma di Zauker. Non appena la gemma giunge nelle vicinanze della prima stanza circolare sull’Abisso, inizia ad emettere calore ed energia, fino a diventare insopportabilmente rovente. Zenyth la getta via ed il gruppo può assistere ad un fenomeno agghiacciante: la gemma prima dissolve il sacchetto che la conteneva, e poi inizia a emettere un denso vapore che, come un rigagnolo d’acqua, si dirige verso l’interno della stanza circolare. Boindil cerca di frantumare la gemma ma ottiene solo di frantumare la propria ascia, poi per errore rivolge lo sguardo verso l’interno della stanza circolare, il cui bagliore lo acceca. Anche Rudy sbircia nella stanza, ma forse la fortuna, forse il minor tempo lo salvano dalla cecità. L’emissione di vapore prosegue fino a che la gemma non è completamente consumata, poi lo splendore emesso dalla stanza si spegne e tutto torna normale.
Tredicesimo giorno, notte
Vagamente spaventati, gli eroi tornano alla superficie per cercare di curare la cecità di Boindil. Scegliendo di evitare il parroco, con il quale alcuni di loro vivono un rapporto conflittuale, Rudy ed il nano, accompagnati da Ghertrude, si dirigono al convento di Santa Sciagurata, dove sperano di poter trovare l’aiuto di un chierico dotato di adeguate competenze.
Nel frattempo, ha ripreso a nevicare, con fitti fiocchi e un forte vento.
Gli altri decidono di andare a far visita a Bianca, ma lungo il cammino vengono intercettati da una donna in lacrime.
Costei afferma di essere la madre di una fanciulla rapita e di un figlio ferito, e implora l’aiuto degli eroi rimasti, che subito si mettono a disposizione. Per prima cosa, interrogano il ragazzo, Balto, un giovane di circa diciotto anni, che esibisce un vistoso graffio alla guancia. Il ragazzo spiega loro che ad un tratto, mentre si trovava in camera con la sorella, è stato aggredito e colpito, poi ha sentito la finestra aprirsi e sua sorella è scomparsa. In effetti, la finestra sembra sfondata dall’interno, ed un sospetto inizia a formarsi nelle menti degli investigatori.
Le tracce nella neve conducono in profondità nei boschi, non troppo difficili da seguire nonostante la neve. Dopo qualche tempo, giungono in un luogo in cui trovano il cadavere di un giovane, apparentemente ucciso a morsi da qualche grossa bestia. Ancora qualche ricerca e trovano un altro corpo, solo che questa volta si tratta di Balto, ucciso nel medesimo modo.
Perse le tracce, i nostri decidono di tornare in paese, ma nel mentre assistono ad una drammatica conversazione:
"Possibile che tu non te ne sia accorto?” dice una voce. “Markus è morto, e Balto è morto per salvare ME!”
"Non dire cazzate, Valen” risponde un’altra voce con tono sprezzante. “Quella ragazzina non sarebbe capace di uccidere un canarino..."
"Cazzo, S'var, so che cosa ho visto, e me ne tiro fuori!"
"Ma si, dai, vai a casa! corri dalla mamma... se troviamo quella troia, cosa dobbiamo dirle, da parte tua, prima di ammazzarla? Che la ami ancora tanto?"
"Sei una creatura spregevole, S'var. Spero che quella bestia ti trovi e ti mangi la faccia. Ma sono sicuro che farai schifo pure a lei!"
Poi, il vento si porta via le voci ed i protagonisti. Sati riconosce nella seconda voce quella di suo fratello, perlomeno quello che vive in questo luogo, molto diverso da quello che conosceva lei. Gli altri nomi non sono sconosciuti né a lei, né a Henly, sebbene non appartengano a persone che erano loro amici.
Perplessi, rientrano in paese. Le vie sono deserte per l’ora tarda, così sono gli unici testimoni del terzo cadavere: proprio al centro del paese, sgozzato ed evirato, c’è Valen. Le tracce di sangue conducono a nord, già sbiadite nella bufera che sta perdendo intensità.