Giorno 25

Ripreso il cammino, arrivano in vista del monastero più presto di quanto pensassero.
Il monastero sorge in un luogo impervio, apparentemente irraggiungibile. Boindil nota un sentiero che si arrampica su per la montagna, ma pare franato in più punti e di difficile raggiungibilità. Avvicinandosi alla rupe in cima alla quale sorgono gli edifici, il gruppo vede un grosso tubo di bronzo piantato verticalmente sul pavimento, recante le insegne dell’Ordine dei Guardiani: apparentemente, sono sulla strada giusta. Incapaci di comprenderne la funzione, gli eroi si allontanano dopo aver esaminato l’oggetto, ma per caso un sasso lo colpisce, scatenando un profondo rintocco di campana. Subito, un cigolio dall’alto rivela la discesa si una specie di cesto appeso ad una fune. Il cesto arriva fino a terra, e gli eroi si rendono conto che è stato calato dall’alto per consentire loro di raggiungere con poca fatica il monastero. Una volta che Ghertrude, Sati e Boindil vi prendono posto, il cesto si rimette in moto verso l’alto, fermandosi solo all’interno dell’edificio sovrastante.
I tre scendono, ma trovano il luogo deserto. Chi ha operato l’argano per tirarli su è scomparso rapidamente prima che loro riuscissero a scendere dal cesto. Ai tre non resta altro da fare che calare essi stessi il cesto per permettere agli altri di salire.
Una volta tutti insieme, gli eroi danno il via all’esplorazione. Da una porta si esce nel cortile del monastero, ma il gruppo preferisce addentrarsi lungo una scala che scende verso un corridoio scavato nella roccia. Emergono in una specie di bibiloteca scavata nella roccia su tre piani, il più alto dei quali è quello in cui si trovano. Lungo le pareti ci sono miriadi di libri, perlopiù di storia.
Uno di essi, presente in molte copie, sembra focalizzarsi sulla storia di una regione chiamata Markovia, governata da un crudele macellaio ed assassino chiamato Frantisek Markov. Questa cronaca racconta che, in conseguenza di un fenomeno chiamato “Grande Congiunzione”, la terra di Markovia, un tempo continentale, si trasformò in un’isola dal clima tropicale. Si tratta forse dell’isola su cui si trovano? E questo Frantisek Markov è forse il Dottor Fran? La cronaca parla anche di un oggetto magico di spaventoso potere, chiamato Tavola della Vita, che è bramato da questo Markov ma che ora si trova in custodia dell’Ordine dei Guardiani, probabilmente in questo stesso monastero.
Molti degli altri volumi citano luoghi e persone noti a Ghertrude: evidentemente, questo luogo si trova nei pressi della sua terra di Darkon. I nomi di Strahd von Zarovich, di Azalin, delle famiglie Boritsi. Godefroy, Timothy, richiamano echi dimenticati nelle memorie di studi passati, e  la sensazione di essere vicina a casa è rinforzata dalla presenza di una cronaca che parla del suo stesso monastero, e della morte di Fratello Anacund, avvenuta vent’anni dopo la loro avventura a Souragne. Evidentemente il luogo è il medesimo, ma il tempo no.
Gli avventurieri non fanno in tempo a metabolizzare questa notizia che vengono salutati da un nuovo arrivato. Si tratta di un monaco di mezza età, chiamato Fratello Milhouse. Dà il benvenuto agli avventurieri, e con gentilezza risponde alle loro domande.
In effetti l’isola su cui si trovano si chiama Markovia, e un tempo faceva parte di una massa continentale. Questo continente si trova tutt’ora in un luogo chiamato Ravenloft, che pare essere un conglomerato instabile di porzioni di territorio, ciascuno collegato ad una creatura, umana o meno, dalla natura particolarmente malvagia. Nel corso di un evento piuttosto recente, chiamato Grande congiunzione ed orchestrato da uno di questi governanti, Azalin del Darkon, questo continente è stato spezzato e modificato, e la regione di Markovia si trova ora in mezzo al mare. Il resto del continente è raggiungibile, ma non in modo semplice.
Ed è anche vero che loro sono in possesso della Tavola della Vita, che è un oggetto in grado di impedire a chi vi si trova sopra di morire, indipendentemente dal tempo che passa e dalle ferite riportate. Questo però senza impedire che il dolore derivante dalle ferite o i danni causati dal passare del tempo vengano annullati. Nelle mani di Frantisek Markov, un oggetto simile sarebbe devastante, per l’orrore che sarebbe in grado di aggiungere ai suoi già spaventosi esperimenti sugli animali e forse sugli uomini. Lui ed i suoi confratelli non permetteranno in nessun modo che la Tavola della Vita lasci il convento, e men che meno che venga consegnata a Markov.
A quanto pare, la Tavola ha anche come effetto collaterale di allungare la vita di chi vi sta accanto, annullando i suoi bisogni di cibo e sonno, e tale effetto si manifesta attualmente nei monaci.
Al di là di questo, offre tutta l’ospitalità che lui ed i suoi confratelli possono offrire, anche se non ha intenzione di schierarsi né contro né tantomeno a favore di Frantisek Markov.

Il gruppo passa la notte al monastero, dopo una cena vagamente inquietante in cui, nonostante la presenza di molti monaci, sono stati gli unici ad essere serviti con un’insipida zuppa di funghi e verdure.

Giorno 26