Giorno 7                                                                                                 Successivo

Dopo qualche ora tranquilla di sonno veniamo raggiunti dalla notizia che nella notte c'è stato un omicidio. Si tratta della cameriera della locanda, che è stata uccisa per strada.La cosa particolarmente inquitante è che attorno al corpo sono stati lasciati dei pezzetti di liquirizia rossa, e sono 9 pezzi, come siamo 9 noi.
Andiamo in locanda e scopriamo che Luc è arrivato lì di sera tardi e che l'oste gli ha permesso di dormire su una panca. Mi sento sollevata all'idea che il ragazzo sia sano e salvo.
Poi facciamo qualche domanda in giro a proposito di questa liquirizia e scopriamo che la vende la drogheria e che in paese sono poche persone ad apprezzarla. Un paio di bambini, un tizio un po' fuori di testa ma che dicono essere innocuo e uno dei due fratelli di Luc, che nessuno ha più visto in giro da diverse settimane.
Andiamo a parlare con lo sciamano e lo costringiamo quasi a raccontarci la storia di Luc. I genitori sono morti ormai da molti anni, prima la madre e poi il padre, e Luc è attaccatissimo ai fratelli più grandi. Tre settimane fa c'è stato un incidente misterioso e Marcel è morto. Brucian ha cercato di salvarlo, ma non è stato possibile. Da allora il resto della famiglia s'è sgretolato: Jean è come impazzito ed è scomparso e Luc s'è ridotto in quello stato in cui lo abbiamo visto. Fino ad allora Jean era quello dei due che si era occupato della piantagione e dei beni di famiglia, mentre Marcel era più ombroso, solitario e dedito a studi "strani".
Veniamo a sapere che c'è una casa, in paese, di proprietà dei fratelli e decidiamo di andare a vedere se lì c'è qualche traccia.
Io non è che capisca bene perchè sia così importante, ma gli altri dicono che la soluzione del mistero è lì, e quindi andiamo...
sulla strada facciamo una deviazione per controllare che la tomba del tizio seppellito il giorno prima sia ancora intatta. Prevedibilmente non lo è. Parliamo col becchino nonchè custode, ma non ci dice assolutamente nulla di utile. Esaminiamo lo scavo. La terra è smossa dall'interno, e ci sono delle impronte, che proviamo a seguire, ma si perdono quasi subito. Noto un pezzo di stoffa simile a quella dei vestiti dei mostri a casa Tarascon nella piantagione. Chiediamo al becchino che cosa ci sia oltre il muro che delimita una parte del cimitero, risponde evasivamente che è la parte vecchia, chiusa da oltre cento anni, ed è abbastanza chiaro che non mente, il lucchetto del cancello è arrugginito e ci sono piante che sono cresciute fra le sbarre.
Vediamo la tomba dei Tarascon, è la più grande di tutto il cimitero. Non c'è nessuna lapide riguardo a Marcel, chiediamo al becchino ma non ne sa nulla. 
Gli anni... gli anni scritti sulle tombe... non hanno alcun senso. Mi prende una specie di vertigine all'idea di essere finiti altrove oltre che nello spazio anche nel tempo... ma cos'è successo?
Usciamo di lì e chiediamo con un po' di timore in che anno stiamo vivendo. Ci prenderanno per pazzi a fare una domanda del genere... La risposta sconcertante è che siamo nel 867, ovvero almeno quattrocento anni prima della nostra epoca... 
Non torneremo mai a casa, ormai ne sono certa. Non abbiamo nesssuna speranza, non rivedrò mai più mio fratello, e se davvero aveva bisogno d'aiuto, come nei miei incubi, non sarò certo io a dargliene. Siamo intrappolati qui, qualunque cosa sia "qui", e tutto ciò che mi è rimasto è HenLi...
 
Visitiamo la casa Tarascon in paese. Parte dei nostri compagni non sono con noi, e non capiamo bene dove siano... il nano e lo sceriffo sono andati nella casa della piantagione, ma gli altri non avevano detto che sarebbero andati con loro... speriamo che invece sia così, altrimenti abbiamo altri guai! Almeno, HenLi è rimasto con me. Se dovessi perdere anche lui credo che impazzirei.
Forziamo una finestra per entrare.
Esploriamo tutta la casa senza incidenti.
Troviamo in un cassetto nascosto di uno scrittoio un mantello scuro nelle cui tasche c'è della liquirizia rossa, come quella lasciata sull'ultima vittima... forse siamo davvero vicini alla soluzione.
In un salone, su un muro, ci sono due fioretti decorativi, coi nomi di Jean e Marcel incisi sull'elsa. In una dispensa insieme a molto cibo andato a male riusciamo a ricavare qualcosa di ancora commestibile che ci portiamo via, un po' di formaggio, della carne secca.
Quando arriviamo a una delle ultime stanze di questo grande appartamento troviamo una finestra aperta, che però di sicuro non lo era quando abbiamo fatto il giro al di fuori della casa prima di entrare. Qualcuno era dentro ed è scappato.
Alcuni di noi vorrebbero mettersi di guardia e attendere che il misterioso individuo rientri, altri pensano che sia meglio allontanarsi e poi nascondersi nelle vicinanze.
 
 
Diana è morta... sotto i nostri occhi, in un modo orribile... e non ho fatto nulla.
Peggio, ho soltanto pensato alla mia incolumità e a quella dell'unica persona di cui mi importi davvero qualcosa qui.
E' spaventoso, se ci pensi. 
Siamo finiti in questa terra stranissima, fuori dallo spazio e dal tempo che conoscevamo, eppure sembra che non riusciamo a fare davvero gruppo.
O forse sono io che non sono capace.
Diana aveva anche provato ad offrirmi la sua amicizia, s'era offerta di insegnarmi a usare la spada per difendermi in un improbabile corpo a corpo e qui eravamo andate in taverna insieme cercando lavoro. Eppure... eppure non riuscivo a sottrarmi a un pizzico di gelosia per la sua bellezza, e ancor più che per quella, per il suo modo di porsi, così diverso dal mio. E poi lei sapeva leggere davvero, non quelle quattro sillabe stentate che riesco a decifrare io. E avevo paura che mi portasse via HenLi.
Mi sento spaventosamente in colpa.
 
E la cosa forse più orribile di tutte è che l'abbiamo uccisa noi.
Abbiamo aperto una porta ed è uscita una nube velenosa, l'ha investita in pieno. E' crollata a terra, non dava segni di vita, Hugh l'ha soccorsa e lei s'è rialzata e l'ha aggredito... non era più lei. C'è stata una lotta, abbastanza breve. Intanto stavano spuntando zombi dappertutto. Non c'era tempo di pensare troppo.
Ma era evidente che non c'era più niente da fare, ormai sappiamo abbastanza di queste creature... Alla fine il colpo fatale l'ha dato Boindil.
Posso solo immaginare come possa sentirsi Hugh adesso che è rimasto solo.
Ci ho messo del tempo a riprendermi, a decidere che dovevo fare qualcosa e a imbracciare l'arco.
La disperazione evidentemente fa bene alla mia mira perchè ne ho centrati veramente tanti. Ma non sono riuscita ad avvicinarmi, restavo un po' in disparte, senza allontanarmi troppo da HenLi, quasi avessi bisogno continuamente di sincerarmi della sua presenza. E' ridicolo, dovrebbe essere il contrario, dovrebbe essere lui a occuparsi della mia incolumità, non il contrario...
 
Ma proviamo a raccontare con ordine quello che è successo in queste ultime drammatiche ore.
Dopo l'infruttuosa perquisizione a casa Tarascon, mentre stavamo decidendo come agire, abbiamo sentito un grido. Subito siamo corsi nella direzione da cui ci pareva provenire, e abbiamo ritrovato gli altri nostri compagni. A terra, sanguinante, una ragazza che abbiamo poi capito essere la giovane figlia del locandiere. L'intervento dello sciamano Brucian per fortuna la salva, così andiamo con lei in locanda. HenLi è pallido, dice che per un attimo ha pensato che fosse Oleandra, quando ha visto questa poverina per terra. Mi domando come potrebbe, la sua è una fissazione... io cerco di non pensarci, Svar deve aver trovato aiuto altrimenti, io non posso far nulla.
Purtroppo arrivando alla locanda abbiamo una tremenda sorpresa. Poco fuori dalla soglia c'è Luc, a terra, morto sgozzato. Poveraccio. Forse adesso sarà in pace, almeno.
Entrambi avevano pezzi di liquirizia rossa addosso, e questo mi fa pensare che ci sia suo fratello dietro, e la cosa mi sembra ancor più raccapricciante.
Dobbiamo avere tutti i nervi a fior di pelle perchè scoppia una mezza rissa solo perchè Maeglin, Hugh e Diana parlano in elfico fra loro senza preoccuparsi del fatto che noi non li capiamo. Boindil prima protesta vivacemente e poi se non ci fosse un intervento generale penso che potrebbe anche attaccarli. Che brutto carattere che ha quel nano! Sedato il litigio, mostriamo allo sciamano il documento che abbiamo trovato, quello in cui secondo l'opinione di alcuni ci sarebbe la profezia ma scritta in un'altra lingua, straniera. Lo sciamano ci spiazza completamente dicendo che non capisce il nostro problema, è la lingua che anche noi stiamo parlando!
Insomma, non solo non sappiamo dove siamo e quando siamo, non solo siamo in un tempo diverso dal nostro, ma parliamo anche naturalmente una lingua che vedendola scritta non riconosciamo! Mi viene mal di testa... Cerchiamo di capire qualcosa, con scarsi risultati. Secondo l'elfo il tempo qui scorre in maniera non lineare: per esempio mentre noi esaminavamo la casa dei Tarascone e pensavamo di aver perso i nostri compagni, per loro sono passati pochi minuti, per noi una mezza giornata. Lui poi dice che ha parlato con un tizio che si è svegliato nella torre proprio come noi e aveva il famoso pugnale, che però sembra essersi danneggiato arrivando qui. Ora questo tizio, col pugnale, s'è diretto alla capitale. I riferimenti temporali non tornano e il racconto è confuso. Mi chiedo perchè non lo seguiamo, se questo pugnale è così importante per noi...
 
Luc intanto è stato trasportato dallo sciamano, e decidiamo di andare anche noi, in previsione del suo funerale. Accanto alla chiesa c'è una figura appoggiata al muro e appena Zenith si avvicina costui si gitra e lo guarda e per poco non viene un coccolone al nostro buon amico: è Luc, o meglio, il suo fantasma... proviamo a parlargli, ma non è che vada meglio di quando era vivo. Dice più o meno le solite cose sconnesse, però pronuncia uan frase diversa, che per alcuni contiene un riferimento al cimitero "vecchio", quello chiuso.
E' così che siamo arrivati lì, allo scontro con Jean (che abbiamo trovato per primo, con le tasche piene di liquirizia) e poi con Marcel, dopo che la povera Diana era già morta.
 
Pensavamo fosse finita, e invece... Maeglin e Hugh propongono di controllare la stanza, prima andare via, e io, stupidamente, dò loro retta. Non appena siamo dentro le porte si chiudono da sole con un cigolio sinistro e ci troviamo intrappolati. Cerco di scappare, ma non faccio in tempo e mi trovo con la porta chiusa in faccia. La mia salvezza è essere così vicina alla porta, e quindi lontana dal trono. Marcel si rialza e il povero elfo viene colpito quasi subito. Provo freneticamente la porta, e si apre. Grido a Hugh di uscire e scappo fuori, cercando rifugio da HenLi, che nel frattempo stava cercando di soccorrere Don Zauker. Io non lo capisco quel ragazzo. Perchè si preoccupa di quel gran testone?
Ad ogni modo, una volta fuori mi giro e scopro che Hugh non ce l'ha fatta, è stato abbattuto anche lui nel tentativo di fuggire. Mi dispiace, ma ora non ho tempo di disperarmi.
Non passa molto che i nostri due ultimi caduti sia rialzano, rianimati da quella forza malvagia che già aveva preso Diana.
Scappiamo via, trascinandoci dietro il nano, che è in stato di incoscienza dopo gli ultimi colpi ricevuti.
Cerchiamo lo sciamano, lui forse potrà aiutarci e soccorrere Boindil.
Ma quando entriamo in chiesa il chierico sembra respinto da una qualche forza, che invece non blocca noi. La cosa mi stupisce, stiamo per fare delle domande, ma poi lui si sente di nuovo male, sembra un nuovo attacco di cuore, e lasciamo perdere, vinti dall'urgenza. Boindil si riprende sotto le abili cure di Brucian e anche Don Zauker si riprende, anche se sembra molto provato.
Ora che la situazione è chiara, lo sciamano ci conduce in un edificio dove un nano ci accoglie e ci consegna degli oggetti che potranno tornarci utili nello scontro finale: dei bracciali protettivi (per cui scoppia una lite fra me e HenLi, ma alla fine li prende lui), 3 pozioni di cura, una spada lunga e sei frecce che dovrebbero essere più efficaci di quelle che uso di consueto.
Torniamo quindi al cimitero. Notiamo subito che il cadavere di Jean è scomparso e temiamo di vedercelo contro, cosa che avviene puntualmente. Durante lo scontro, finalmente HenLi agisce e lancia un incantesimo di attacco, che ha effetto. Sono orgogliosa di lui. Però Don Zauker lo nota e inizia una lunga e inutile discussione. Siamo nel bel mezzo di uno scontro e quell'idiota pensa all'uso della magia! Dalle parole passa ai fatti, e attacca HenLi. Vorrei intervenire ma il mio maledetto senso del dovere fa sì che mi limiti a controllare che non sia in pericolo. Anche Boindil è attento a tenerlo d'occhio, in modo che la cosa non passi il segno, e così mi posso concentrare sulla battaglia. Non riesco a colpire i miei (ex) compagni, cerco di evitarli e mi concentro sull'altro mostro presente.
Poi però vedo Don Zauker lanciarsi in un nuovo attacco e mi rendo conto che il colpo è sferrato nel modo giusto e che lo colpirà. E' come se il tempo si fosse fermato. Vorrei fare qualcosa e non posso muovermi. Lo ucciderà e io sono qui che sto guardando come una stupida...
Don Zauker crolla improvvisamente a terra, incosciente, proprio mentre era già slanciato nel suo colpo.
Quasi non ci posso credere, HenLi è vivo e non ha un graffio.
A quel punto sfogo la mia ira, prendo un paio di cinture dai cadaveri che sono a terra e lo lego saldamente, mani e piedi. E guai a chi prova a slegarlo. Mentre lo lego, noto che i suoi occhi brillano anche sotto le palpebre. E' una cosa strana e inquietante, e avviso gli altri, anche se non mi lascio distrarre dal mio compito di legarlo ben stretto. Non voglio più aver problemi con questo invasato.
Lo trasciniamo in taverna e lì viene risvegliato. Segue una lunga e assurda discussione, anzi, più che altro una lite, a cui partecipiamo un po' tutti. Zenith sfrutta questa novità degli occhi gialli per provare a far credere a Don Zauker che è diventato matto, sembra avere un suo piano, ma Boindil non lo lascia parlare e prosegue imperterrito nella sua discussione col chierico: sembra che voglia persuaderlo di avere ragione, ma mi sembra una battaglia davvero inutile.
Naturalmente ad un certo punto vengo coinvolta anche io direttamente, e sono così esasperata che non esito a dirgli che del suo dio non mi importa nulla. La mia affermazione sembra provocare un certo scandalo, ma l'ingresso di due nuovi individui cambia ancora le carte in tavola. Si tratta di due monaci di un ordine mai sentito prima, hanno uno strano accento e vengono da posti a noi sconosciuti, come per loro sono incomprensibili i nomi della nostra terra. Però a me la ragazza ispira fiducia, tanto che le offro di dividere la stanza, giacchè io dormo sola dopo la scomparsa di Diana, e di stanze libere non ce ne sono più. I due esaminano gli occhi di Don Zauker e alla fine l'uomo dice che potrebbe essere sotto l'effetto di una maledizione, e inizia a dare delle spiegazioni lunghe e complesse su come sia possibile liberarsene. Sinceramente, la sua dissertazione mi annoia e io e HenLi ci prendiamo una birra e li lasciamo alle loro discussioni. Ho un po' paura di quando tutta questa agitazione si sarà calmata e mi renderò davvero conto di che cosa è successo, di quanti compagni abbiamo perso... e temo anche di aver fatto una sciocchezza ad oppormi con tanta decisione al prete. Lui è matto, ma chissà se agli altri non dà fastidio la mia professione di disinteresse nei confronti della fede. A casa è una cosa gravissima, non l'ho mai detto nemmeno a mio fratello... e ora l'ho gridato in mezzo a una taverna...
Le mie riflessioni cupe forse anche a causa dell'alcool a cui non sono abituata vengono interrotte dall'agitazione del resto del gruppo: Don Zauker sta di nuovo male, il monaco cerca di soccorrerlo, ma inutilmente: il prete svanisce letteralmente in una nuvola di vapore e al suo posto rimane solo una gemma rossa.
Grido immediatamente di non toccarla, ricordando le storie raccontate dall'elfo sulla pietra incastonata nel pugnale che sarebbe stata il rifugio di una entità maligna potentissima, ma per fortuna quel ricordo è venuto in mente anche agli altri.