Giorno 12

Dodicesimo giorno, da prima a terza

Prima dell'alba, Zenyth e Ghertrude mettono in atto il loro piano di fuga. Con un incantesimo di oscurità gettano lo scompiglio tra le guardie del perimetro, ed approfittando della confusione vi corrono in mezzo. Le guardie li inseguono, ma vengono ben presto lasciate indietro.
I due fanno perdere le loro tracce e si dirigono alla vecchia torre, dove trovano il resto del gruppo appena svegliato. Tutti insieme, si dirigono verso Sant'Accrocchio per incontrare il carrettiere cui avevano affidato la lettera di Bovolone. Costui conferma loro di aver consegnato la lettera, ma di non aver ricevuto missive di risposta né commenti. 

Dodicesimo giorno, da terza a sesta

Una volta espletate le formalità con il formaggiaio postino, il gruppo a ranghi ridotti avvia una lunga discussione riguardante il problema dell’assedio alla cava. Sono tutti più o meno concordi sul fatto che sia necessaria un’azione di forza, ma anche che l’assenza di elementi in grado di combattere con efficacia renda un confronto diretto molto pericoloso. Alla fine, tutti concordano sul fatto che sia meglio andare a dare un’occhiata da vicino alla situazione.

Dodicesimo giorno, da sesta a notte

Nascosti in un boschetto, i cinque eroi rimasti sorvegliano il campo, senza notare nulla di diverso da quanto raccontato da Zenyth e Ghertrude. Ci sono coppie di guardie a distanza regolare attorno al perimetro e un piccolo drappello con alcuni arcieri davanti all’ingresso. La discussione riguardo al migliore approccio alla situazione riprende ma senza costrutto, visto che qualsiasi azione contro una trentina di guardie ha tutta l’aria di un suicidio.
La svolta la dà l’arrivo del cambio della guardia e della cena. Accompagnato da una quindicina di guardie fresche, un carro porta la cena e rientra poi in paese con un analogo numero di guardie al termine del turno.
Gli eroi decidono che è ora di dare il via alla guerriglia. Precedono il carro lungo la strada nascondendosi in un tratto di bosco fitto che la costeggia e qui attendono il passaggio del carro.
Il primo ad agire è Decio, che proietta la sua mente in quella di un soldato e ne prende possesso, costringendolo ad attaccare i suoi compagni ed uccidendone uno. Quando le altre guardie intervengono per bloccare costui, gli altri escono dal loro nascondiglio ed attaccano. Henly lancia  un incantesimo del sonno sui soldati alla retroguardia, addormentandone due, mentre Sati scaglia una salva di frecce e Boindil ed Isabeaux ingaggiano coraggiosamente un corpo-a-corpo contro le preponderanti forze avversarie.
Lo scontro è di breve durata, ed il gruppo ne esce vittorioso, nonostante Isabeaux giaccia esanime al suolo. Prendendo prigioniero il carrettiere ed il suo bue, gli eroi si allontanano rapidamente dalla scena dirigendosi verso il sicuro rifugio offerto dalla vecchia torre. 

Dodicesimo giorno, notte

Il gruppo si raduna alla vecchia torre.

Quelli che non hanno partecipato all’azione del giorno precedente hanno impiegato il loro tempo rovistando tra le carte della stanza superiore, trovando un interessante documento scritto nella lingua dei nani. Si trattava degli estratti di un diario risalente a migliaia di anni addietro, in cui i nani che un tempo abitavano quelle montagne raccontavano del ritrovamento delle stanze luminose, del loro comportamento e del probabile collegamento con un diverso piano dell’esistenza popolato da demoni denominato Abisso. La cronaca termina con il racconto dell’isolamento delle stanze sotterranee e della creazione di un corpo di maghi con il compito di tenere sotto controllo l’ultima di quelle stanze.
Le elucubrazioni dei personaggi vengono interrotte dall’uscita di un contingente di guardie dal tunnel sotterraneo. Il piccolo drappello si avvicina alla torre senza troppa cautela e riceve il benvenuto dei PG a suon di lame e frecce. Il caporale alla guida del drappello viene ucciso per primo e gli altri si arrendono poco dopo. I soldati legati ed imbavagliati vengono interrogati per conoscere la situazione in paese e per verificarne la possibilità di utilizzo come ostaggi.
Una volta assicurata l’impossibilità di fuga per i prigionieri, gli eroi si godono un breve ma meritato riposo.
 
 

Giorno 13