Giorno 1

Finalemente io e Lorin riusciamo a raggiungere lo sperduto villaggio umano di San Trafitto. La gente che lo abita è caotica e cafona, gli stessi incaricati di mantenere la sicurezza cittadina sono lenti, indecisi, chiassosi e confusionari, creando caos laddove l'ordine dovrebbe regnare sovrano.
Dopo aver atteso svariati minuti in coda alle porte della città, e aver pagato una sorta di tassa d'ingresso, abbiamo avuto libero accesso al registro degli altri visitatori: in paese è infatti in corso una festa, a quanto pare, e umani da ogni parte del ducato si stanno ritrovando tra queste mura fatiscenti.
Tre mercanti, una compagnia d'attori e alcuni viandanti risultano provenire da (Altdorf), la città in cui si è persa traccia del Pugnale. Tutte queste potrebbero essere ottime piste per ottenere almeno delle informazioni.
L'unica taverna in città, “l'albero della cuccagna”, è piena, ma riesce comunque a servirci un pasto caldo ed un riparo per i cavalli. Inoltre, facciamo la conoscenza di altri curiosi rappresentati della razza umana, la sguattera Satilyn e un garzone di nome HenLi. Oltre a questi, due curiosi artisti di strada, la suonatrice e danzatrice Diana e il suo compagno Hugh.
Soprattutto questi due cercano di attaccarsi addosso a me e al mio mago cercatore, con lo scopo mal velato di guadagnare un pasto e, magari, qualche moneta.
Il forte impulso di scacciarli in malo modo viene represso, quando questi due ammettono di far parte della compagnia d'attori che stavamo cercando. L'inaspettato colpo di fortuna si rivela una sorta di miracolo, quando Lorin scopre che l'umano è il ladro che stavamo cercando! A stento riesco a trattenere la mia lama, ma sarebbe stato inutile e pericoloso: non conoscendo questa razza barbara, né la loro giustizia, ho deciso di lasciargli qualche tempo di libertà e di pedinarlo, per scoprire dove ha nascosto il Pugnale.
Purtroppo, poco dopo che il ladro è uscito dalla taverna, Lorin non riesce più a rintracciarlo. Ci buttiamo così all'inseguimento, speranzosi del fatto che non sospetti di noi e che, quindi, non stia già cercando di lasciare la città col Pugnale.
Il mago non è molto sicuro della strada da prendere, per questo motivo vaghiamo per la città senza una meta precisa, sbagliando alcune volte la strada e tornando sui nostri passi. Riusciamo però a trovarli, fermi ad un crocevia a parlottare tra di loro.
Ci muoviamo a passo deciso, con l'intento di impedirgli di sfuggire nuovamente, ma con nostra sorpresa sono loro stessi ad affrontarci in modo diretto.
A quanto pare, Liug sa che noi stiamo cercando il pugnale, ma ci confessa che gli è appena stato sottratto, da dei malviventi con cui, a quanto pare, ha avuto degli attriti in passato. Questo gruppo, facente parte de “La mano bianca”, stando al racconto dell'umano, ha sottratto il pugnale al mercante; Hugh ha poi a sua volta rubato l'artefatto al loro capo, un certo Ronan, che ha mandato i suoi uomini a riprenderlo.
Questa coppia di giovani furfanti potrebbe però rivelarsi utile nel recupero del pugnale, in quanto sembrano conoscere questo Roran e i suoi uomini. Inoltre, con mia somma sorpresa, la fanciulla comprende la nostra lingua e la parla anche in modo discreto: questo potrebbe significare che nasconde più di quanto mostra. Inoltre, ha visto in città il capo dell'organizzazione che ha rubato il pugnale, quindi potrebbe riconoscerlo o scovare le sue tracce.
Il ladro, invece, pare avere del rancore personale nei confronti di questo Roran: vuole rivendicare un tributo di sangue. I nemici dei miei nemici potrebbero essermi utili. Ci sarà sempre tempo in futuro per occuparmi di loro due, dovessero rivelarsi inutili.
Tra i poteri di Lorin e le indicazioni che recuperiamo per le strade, riusciamo a seguire le contorte traccie dei banditi. Quest'operazione ci porta via praticamente il resto della mattinata e, verso mezzogiorno, scopriamo che i ladri sono sette e sono stati arrestati.
Davanti alle porte del castellaccio, incontriamo un nano che postula indispettito: a quanto pare, lo stesso gruppo di cavalieri che stiamo cercando avrebbe procurato una storta alla sua protetta e lui vorrebbe denunciarli.
Il tenente di servizio deve aver trovato la cosa alquanto esilarante, almeno quanto me, e dopo pochi istanti lo ha congedato senza troppo interesse.
Giunto il nostro turno, lo stesso tenente si rivela troppo ligio al dovere per consentirci di perquisire gli averi delle persone in fermo, o anche solo per parlarci. Così ci ritroviamo a vagare verso la chiesa, in attesa della fine del matrimonio per poter avere un'udienza col potestà.
Ed ecco che, poco dopo mezzogiorno, una stranissima nebbia si alza improvvisamente dal suolo.
La temperatura si abbassa e, nel giro di pochi minuti, la visibilità intorno a noi si riduce a pochi palmi. In oltre cent'anni di vita, mai mi era capitato di assistere ad un fenomeno simile. Per non perderci di vista, ci leghiamo tutti con una corda e procediamo verso la direzione che crediamo
conduca fuori dalla città. E' praticamente impossibile tenere il conto del tempo, potrebbero essere passati pochi minuti o addirittura ore, quando, tra grida e urla strazianti che provengono da tutta la città, il corpo di Lorin esplode in una fontana di sangue e lembi di organi.
Nemmeno nei cambi di battaglia più cruenti avevo assistito a scene simili.
Una potente magia dev'essere all'opera in città, perché quasi istantaneamente la giovane Diana perde i sensi e cade al suolo inerte. Io invece ho appena il tempo di accorgermi che una presenza ostile si sta insinuando nella mia mente, e di vedere il ladro tagliare la corda ed iniziare a correre a perdifiato in mezzo alla nebbia, prima di cadere svenuto a mia volta. 
Quando riprendo i sensi, il sole brilla alto nel cielo. Quello che sembra però essere stato solo un brutto sogno prende consistenza. Ancora legato accanto a me giace il corpo della barda, viva ma priva di sensi. Di Lorin non c'è traccia, mentre la corda che legava Hugh è tagliata.
Non riuscendo a far rinvenire Diana, me la carico in spalla e mi dirigo verso il centro del paese, alla ricerca di soccorsi.
La cittadina è completamente in subbuglio. Per le strade ci sono decine di corpi straziati e scie di sangue ricoprono le strade. Lo spettacolo è davvero degno di un campo di battaglia. Poco distante ritrovo anche il giovane umano, accartocciato contro un muro.
Dopo qualche attimo si riprende e, insieme, cerchiamo di capire cosa possa essere successo in città. Inoltre, vorrei riuscire a scoprire che fine abbia fatto il mio mago cercatore.
Sulla soglia della taverna giace il corpo del nano postulante. A quanto pare anche lui è sopravvissuto, nonostante la strana magia pare avergli deturpato in modo terrificante il volto. O forse il suo aspetto era così raccapricciante anche prima? Bah, in ogni caso, lasciato il nano al suo destino, ci rechiamo al castellaccio.
Nessuna guardia pare essere sopravvissuta alla strana magia che si è sviluppata in città, così forziamo l'ingresso e iniziamo a perquisire le stalle. Purtroppo troviamo solo i cavalli e i loro finimenti, ma nessun tipo di equipaggiamento né, cosa più importante, tracce del Pugnale.
Usciti nel cortile, troviamo ancora una volta il nano, questa volta accompagnato da un uomo. Il nano risponde al nome di Boindil due lame, del clan due lame, mentre l'uomo si chiama “Ehi”, oppure Rinomatus Grandangulus. I due ci dicono di aver controllato all'interno del castello e che non vi hanno trovato alcun sopravvissuto. La protetta del nano pare essere morta in chiesa durante la funzione. Proprio la chiesa, a detta del nuovo arrivato, è stato il punto d'origine della magia: alcuni quadri hanno preso vita, si sono trasformati in orrendi mostri e hanno massacrato tutti quelli che partecipavano alla funzione.
Tutti insieme, perquisiamo le segrete, alla ricerca dei banditi. Purtroppo non troviamo né loro, né i loro corpi o resti. Tutte le celle risultano però chiuse.
A questo punto il nano e il suo compagno ci lasciano, diretti a quanto pare verso le terre dei nani, sia per allontanarsi al più presto da questo posto maledetto, sia per scoprire se questa maledizione abbia colpito anche la loro patria.
Avendo cose molto più importanti a cui pensare, mi dirigo immediatamente verso le sale del castello, alla ricerca del pugnale.
La coppia che mi accompagna rimane però interdetta dal comportamento del nano: perché era alla ricerca dei briganti? Per quale motivo sembrava così turbato per una semplice lussazione, per poi non battere ciglio alla notizia che la sua protetta è morta? Così i due si metteranno a pedinarlo. Ci diamo appuntamento per la sera stessa, in taverna.
La mia ricerca si rivela però un fallimento. Trovata la sala dove sono custoditi gli avere dei prigionieri, manca proprio il Pugnale che tanto ho cercato.
Il nano! Solo lui è entrato, ed uscito, vivo dal castello prima di me. Di conseguenza, l'unico che può averlo trafugato non è che quella creatura dall'estremità troppo corte. Inferocito, mi reco alle stalle e sello in tutta fretta un cavallo, per poi lanciarmi all'inseguimento del nuovo ladro.
Cavalcando a spron battuto per le strade della città, faccio fatica ad evitare alcuni passanti che m'intralciano la via e quasi si fanno travolgere. Riesco comunque a raggiungere l'uscita nord di San Trafitto, non avendo trovato in città praticamente nessuno. Da qui inizio la ricerca dei tre umani e del nano, senza però sapere dove possano essersi diretti. La strada mi conduce verso l'accampamento dove i freaks tenevano il loro spettacolo. Tra le baracche della donna barbuta e quella dell'uomo con tre braccia, la mia attenzione viene attratta da un piccolo puledrino bianco. 
Faccio quindi per avvicinarmi all'animale, ma questo, impaurito tenta di scappare... volando! Con mia somma sorpresa, quello che sembrava un semplice puledro si rivela in realtà un cucciolo di pegaso, per fortuna non ancora in grado di volare. Con movimenti lenti e cauti, cerco di avvicinarlo e, dopo essermi procurato una cavezza da uno dei carrozzoni, lo assicuro al mio cavallo e lo porto con me.
Per qualche minuto, la scoperta del raro e prezioso animale mi ha completamente fatto dimenticare lo scopo principale della mia missione. Col cucciolo di pegaso a rimorchio, riprendo a girovagare per le campagne vicino alla città, questa volta al passo, alla ricerca delle traccie del gruppo. 
Sapere che il nano è diretto nella terra del suo clan non mi è di alcun aiuto, non avendo la più pallida idea di dove questa sia, così non mi rimane che girare per le campagne intorno al paese finchè non troverò una pista da seguire. 
Durante la mia ricerca, incrocio sulla mia strada un soldato ducale che, sbracciandosi, mi fa segno di voler parlare con me. Il suo superiore, Spalto, il figlio del podestà, sta radunando tutti i sopravvissuti nello spiazzo antistante la sua dimora, per censirli e organizzare una migrazione lontano da questa terra maledetta. 
Non avendo una pista migliore da seguire, decido di recarmi dove si stanno radunando i sopravvissuti. In questo modo potrò forse avere l'occasione di parlare con qualcuno che ha visto Boindil o i tre umani che lo stanno seguendo. E magari anche Lorin, se per caso fosse ancora vivo, potrebbe trovarsi tra i sopravvissuti. 
Giunto alla sommittà del colle dove ha sede la mia casa, smonto da cavallo affindandolo, insieme al piccolo pegaso, alle cure di un soldato. I sopravvissuti  radunati nel piazzale antistante la casa sembrano davvero pochi, molti meno di quelli che avevo visto in città. Un'altra guardia mi attende all'ingresso dell'abitazione e, vedendomi, mi fa cenno di entrare con un inchino. La porta si richiude alle mie spalle, lasciandomi in una grossa sala in penombra. 
Faccio appena in tempo a dare un'occhiata all'ambiente circostante, quando un giovane in armatura, portante le insegne ducali, mi saluta calorosamente: "Ben arrivato, ben arrivato! Non vedevo l'ora di parlare con te!". Poi solo più un'accecante luce bianca che mi toglie la vista e, per la seconda volta nel giro di poche ore, perdo nuovamente i sensi.