Giorno 2

Il sonno seguente è turbato da strane visioni. Nel mondo onirico in cui mi trovo, tutto ciò che mi circonda e la mia stessa essenza sono prive di materia. Strane voci sussurrano alle mie orecchie, alcune sono rassicuranti, altre sicuramente ostili ma entrambe sono convinte ch'io sia "il prescelto". Nel sogno mi appare anche il Pugnale, così vicino eppure irraggiungibile.
Mi risveglio al mattino nudo, sdraiato sul pavimento di terra della stessa sala in cui Spalto mi aveva ricevuto. Di fianco a me si trovano Diana e Hugh, sono stati loro a svegliarmi. La giovane cerca di tranquillizzarmi, dicendo che tutti loro si sono risvegliati nelle stesse condizioni. Per tutti, intende una piccola comitiva che conta, tra gli altri, il chiassoso nano, la coppia di stallieri della locanda e un vecchio. Nessuna traccia del figlio del potestà.
La mia principale preoccupazione è scoprire se hanno ritrovato il Pugnale, ma purtroppo non vi è traccia né sua né di qualunque altro oggetto ci fosse appartenuto: l'interno della casa sembra in evidente stato d'abbandono, nonostante sia piena di cianfrusaglie e contenga cibi commestibili.
Mentre Boindil cerca in tutti i modi di disturbarci, urlando, scalciando e correndo a destra e manca con quelle sue gambette corte e storte, la figlia del taverniere di San Trafitto piange la perdita del suo amore con il suo amico Hen Li, senza accorgersi di essere ad un passo da altre cinque persone; il resto di noi con un po' di raziocinio prova a fare il punto della situazione, perlustrando la casa e i dintorni.
Recuperati dei vestiti e qualche utensile, usciamo dalla sala comune. Il paesaggio è completamente diverso dai boschi di San Trafitto. Dove prima si estendevano alberi e prati, ora si trova una palude; dove c'era solida terra, ora si cammina su una distesa di umida sabbia; il clima è molto più caldo, l'aria umida e si avverte una forte afa; persino le piante sono diverse, esotiche e alquanto insolite.
La buona notizia è che, al di fuori della torre, ci sono ancora il mio cavallo e il piccolo di pegaso. 
Il vecchio che è con noi, che dice di chiamarsi Zenith, prepara una sorta di colazione con ciò che trova nella torre, dopodichè iniziamo a mangiare all'aria aperta, raccontandoci ciò che ricordiamo e ciò che è avvenuto il giorno precedente.
La prima a parlare è Diana: stando alla sua storia, dopo che i superstiti del villaggio si sono riuniti alla taverna, un sacerdote esaltato li ha condotti verso una fantomatica caccia al mago. Armati di torce e forconi, i paesani si sarebbero quindi incamminati lungo i boschi, fino a raggiungere una sorta di torre. Diana e Hugh avrebbero seguito il gruppo ma, una volta giunti nei pressi dell'edificio, sarebbero stati attaccati da delle belve, metà uomo e metà lupo. Nel corso della lotta si sarebbero ricongiunti al nano, ad Hei, al sacerdote e al vecchio, avrebbero poi guadagnato l'ingresso della torre e vi si sarebbero barricati dentro.
Al suo interno avrebbero incontrato il proprietario della torre, oramai morente, che avrebbe ammesso di aver scatenato l'incantesimo che ha portato la nebbia e i demoni al villaggio.
Questo mi sorprende parecchio, poichè da quanto avevo dedotto il colpevole della strage non poteva che essere Spalto. Lui era presente al matrimonio della sorella, nella chiesa in cui tutto è cominciato, e sempre lui mi ha attirato  nella torre dove sono poi svenuto, derubato di tutti i miei averi. 
In ogni caso, Diana continua il suo racconto, narrando di come una fortissima luce abbia in seguito pervaso la torre e lei abbia perso i sensi, cadendo in un sogno molto simile, per certi versi, al mio e a quello che a quanto pare hanno avuto tutti i presenti.
Sati ed Hen Li invece parrebbero anche loro essere giunti qui dopo essere stati chiamati alla torre da Spalto. La faccenda dunque si complica perché a quanto pare potrebbero esserci due stregoni, uno morto e un altro ancora più pericoloso, in grado addirittura di trasportare un intero edificio e i suoi occupanti in un posto molto lontano. Rimane ancora il mistero del perché, per liberarsi di noi, non ci abbia semplicemente ucciso come ha fatto con gli altri abitanti del paese.
Il più irrequieto della compagnia, ovvero il nano, non riesce a star fermo per più di venti secondi. Per questa ragione corre nuovamente su e giù per la casa, dondolando su quelle sue gambe tozze e arcuate, vestito di una cotta di maglia troppo lunga per un essere della sua altezza. Hugh decide di seguirlo, per evitare che combini danni. Così mentre il resto di noi si trova ancora all'aria aperta, facendo congetture su quanto potrebbe esserci avvenuto, urla e imprecazioni ci obbligano a rientre in casa e salire al secondo piano della torre.
Al centro di questa stanza, occupante buona parte di essa, si trova un enorme libro con le copertine in legno, scritto con segni incomprensibili e contenente disegni occulti e misteriosi. Nessuno è in grado di leggerlo o anche solo capirlo. In compenso, le pareti della stanza sono ricoperte di librerie traboccanti di libri e pergamene scritte in lingua comune. Hen Li e Diana sembrano molto interessati a questi testi così, dopo averli sbirciati anch'io, mi rendo conto che si trattano di testi e rotoli di magia. Magari Lorin fosse ancora vivo, forse lui sarebbe in grado, leggendo qualche libro, di trovare un modo per ricondurci a casa.
In ogni caso, Hen Li riesce a scoprire una pergamena alquanto interessante, di quella che sembra essere un'accademia di magia per corrispondenza.
Inizialmente sospettiamo si tratti di una bufala, soprattutto Zenith, ma dopo aver messo dieci monete d'argento all'interno di una busta e avervi allegato la domanda d'iscrizione, a questa sono magicamente comparse le ali ed è volata via.
Di comune accordo decidiamo che la cosa migliore da fare è passare la notte al sicuro tra le mura della torre per poi intraprendere un'esplorazione della palude il giorno seguente. Così, dopo aver approntato dei giacigli e consumato un altro pasto, organizziamo dei turni di guardia e a turno andiamo a riposarci, con la speranza che magari qualche altra stregoneria possa riportarci indietro.