Giorno 15

Quindicesimo giorno, da prima a terza

Alla mattina a colazione la discussione sul da farsi si fa accesa. La sensazione di star perdendo di vista qualche dettaglio importante porta gli eroi a pianificare le proprie mosse in modo più dettagliato. L’analisi porta a determinare che Gutzman potrebbe essere la creatura maligna di cui aveva parlato Zenyth, quella che potrebbe aver generato la prigione attorno a sé, e che Bianca sia anche a causa della sua apparente “fortuna”, un cardine importante per risolvere la situazione. La via di Bianca porta di conseguenza a Bovolone e a sua moglie Perla, mandante confessa del tentativo di omicidio della coltivatrice di mele.
Per capirne di più, il gruppo decide di incontrare prima Bianca, e poi Spaldo e Perla.
 

Quindicesimo giorno, da terza a sesta

Bianca si trova in casa sua, e risponde cortesemente alle domande dei personaggi. Afferma che le accuse di Perla di una relazione con Bovolone erano infondate, ma che questo non ha impedito alla moglie di cercare ugualmente di ucciderla, per mano di un soldato sconosciuto. Fallito questo tentativo, Bianca è stata affidata alla comunità dei Nani di Fonte Rossa, da cui è ritornata per rivendicare la propria innocenza e accusare Perla di essere la mandante del tentato omicidio, come visto nel primo giorno di avventura. L’unica differenza da allora è che i fatti si sono svolti in totale assenza dei personaggi dalla scena. Bianca ricorda poi i fatti successivi, il tentativo di omicidio di Bovolone da parte di Gutzman e l’insediamento dei due come governatori dopo la sua presunta morte. Riguardo alla sua fortuna, dice di esserne cosciente ma di non aver notato nulla di particolare nelle occasioni in cui essa si è manifestata, se non una strana nebbia calata su di lei il giorno del suo primo arresto dopo il “colpo di villaggio”, e che non si è mai più manifestata successivamente.
Spaldo afferma di non sapere granché, se non di essere quasi convinto che la madre avesse già prima della rivolta una relazione con Gutzman, e che la sua accusa verso Bianca fosse solo un modo di giustificare la propria condotta e nasconderla dietro un paravento di buone intenzioni. Dal giorno dell’ingresso in paese, Spaldo non ha più visto sua madre se non nel momento in cui si è chiusa volontariamente nel proprio alloggio, da cui non è più voluta uscire dimostrando anche un certo grado di squilibrio mentale, però accetta di accompagnarli al palazzo per incontrarla.
Perla di Montecagnara da due giorni è chiusa nella sua stanza, dalla quale si racconta che ogni tanto filtrino fuori rumori strani e grida disumane. È possibile che effettivamente la donna abbia perso la ragione? Il maggiordomo consente al gruppo di accedere all’alloggio di Perla solo grazie all’intercessione di Spaldo. La stanza è deserta, ma gli eroi scoprono una porta nascosta che conduce ad una specie di laboratorio. Qui Perla, sporca, scarmigliata ed apparentemente folle, li accoglie scagliando loro contro oggetti e gridando come una pazza. In fondo alla stanza, un cadavere di un uomo ferito e apparentemente torturato non promette nulla di buono, e sotto la gragnola di oggetti scagliati dalla folle donna Rudy riesce a recuperarlo e a portarlo fuori.
Le cose precipitano. Decio sviene improvvisamente, mentre Boindil tenta di avvicinarsi facendosi scudo con un tavolino, e riuscendo a intrappolarla contro una parete. La donna cambia allora espressione e, con una luce folle ma lucida negli occhi, scatena nella stanza un fulmine che atterra Boindil e Sati, unici presenti nel laboratorio. Boindil risponde vibrando l’ascia e ferendola, ma la donna pare avere risorse impensate. Ad una parola di Perla, Sati e Rudy che la stava prendendo di mira con una freccia cadono a terra privi di sensi. Boindil fallisce il secondo colpo, e un attimo dopo si ritrova imprigionato in una gigantesca, spessa ragnatela spuntata dal nulla. Prima di esserne imprigionato, il nano  riesce ancora a colpire la donna, che però non appena ferita sparisce nel nulla.
Frastornati e feriti, gli eroi si radunano nella stanza da letto, nuovamente indecisi sul da farsi.
 

Quindicesimo giorno, da sesta a nona

Lo smarrimento è di breve durata. Il gruppo viene raggiunto da Zenith ed Ehi, che salendo al primo piano hanno incrociato il maggiordomo che scendeva le scale. Seguendo un impulso momentaneo e convinto che potrebbe avere qualche informazione su Perla ed il luogo in cui si trova, Decio si getta all’inseguimento dell’anziano uomo, senza però riuscire a trovarlo. Scatta una ricerca, ed il palazzo viene esplorato a fondo, senza però ottenere alcun risultato. La donna ed il suo servitore sembrano scomparsi.
Una stanza chiusa al piano terreno attira l’attenzione dei personaggi. Non desiderando fare troppi danni, decidono più o meno concordemente di non sfondare la porta, ma trovano il modo di entrare da una finestra sul retro. Si tratta dell’ufficio che Bovolone occupava quando era governatore, e vi si trovano i registri di stato civile e di pubblica amministrazione. Qui, gli eroi hanno la conferma che effettivamente in questo mondo Sati ed Henly non sono mai nati, ma nessuna informazione più utile.
La ricerca del maggiordomo procede, ma si risolve quando l’uomo fa la sua comparsa, proprio un attimo prima che il gruppo sfondi la porta della sua stanza. All’inizio si mostra reticente, ma la sua boria si spegne di fronte alle minacce. Viene condotto da Bovolone in persona, che gli ordina di condurre gli eroi da Perla. Obbedendo agli ordini, il maggiordomo conduce il gruppo in una stanza sotterranea nascosta, dove Perla, ferita e priva di conoscenza, è distesa su di un pagliericcio. L’unico modo per svegliarla pare essere un incantesimo di cura, che Isabeaux elargisce tra le critiche degli altri, ma che ottiene lo scopo. Perla dimostra un certo squilibrio, una sorta di lucida follia, parlando delle sue azioni senza mostrare emozioni né pentimento. Afferma che le parole misteriose scritte sul muro del suo laboratorio le sono comparse in sogno, e che non ricorda nemmeno di averle scritte.
Gli eroi sentono che quella frase potrebbe essere la chiave per liberare il villaggio dalla sua prigione, ma sembra esserci ancora qualche dettaglio che sfugge.

 

Quindicesimo giorno, da nona a notte

Il tempo stringe, e gli eroi sentono di essere vicini alla soluzione dell’impresa. La sensazione che Perla e Bianca siano gli antagonisti che tengono in equilibrio la prigione si fa strada sempre più insistentemente nei loro discorsi. Dopo l’incontro con Perla, il gruppo decide di incontrare anche Bianca, la quale si dimostra vagamente disposta a collaborare con le future iniziative dei personaggi.
Dopo una buona cena gli eroi  decidono di chiudere i discorsi in sospeso con l’abate di Santa Sciagurata, ma ricevono solo una porta in faccia e se ne vanno a letto. Ghertrude infatti afferma di voler provare qualche suo potere su Perla, ma di avere bisogno di dormire per poterlo ottenere.
 

Giorno 16